29.11.06

E' come il mare...


“La lontananza sai è come il mare,
fermo sulla riva con un vaso da riempire,
distanza cosi grande che è difficile spartire
tra chi ha fede di aspettare e chi vuole sparire…

La lontananza sai, è come il cielo…
distanza cosi grande che non serve l’aeroplano…

La lontananza sai è come il mare,
distanza che è impossibile da dire,
inutile varcare,
s’immagina,
ti impone di aspettare!”

E’ il testo di una canzone di Raf.
Parla delle distanze che siamo chiamati a colmare nelle nostre vite.
La distanza dai nostri desideri, dai nostri sogni, dalle persone a cui teniamo.
O semplicemente la distanza rispetto a tutto quello che vorremmo realizzare!
Cos’è la lontananza? Come misurarla, come colmarla, come ridurla?
O come utilizzarla per trovare una nuova dimensione e nuovi stimoli dall’altra parte del mondo?
La foto mostra il mare di Palmarola, simbolo qui ed ora di tutti i mari in cui voler navigare.
Scrivo qui a L’Havana mentre sono le 2.00 del mattino, di ritorno da un’uscita notturna.
Qualche cubalibre di troppo, voglia di scrivere, pochissima voglia di andare a dormire, ancor meno di andare a lavorare tra qualche ora :-)
Ogni giorno che passa mi sento sempre più a mio agio qui nell’Isla Grande.
Sarà per i “paladar” accoglienti dove mi reco con amici la sera.
Sarà per le simpatiche chiacchierate che faccio con i miei colleghi cubani durante il lavoro.
Ma le distanze crollano a vista d’occhio.
Il mio spagnolo balbetta ancora tantissimo!
Ma comunicare, fortunatamente, non è mai stato un mio problema.
La mia città, le mie cose, le mie abitudini, i miei amici sono ora vicinissimi...
Semplicemente perché ora la mia città è questa, le mie abitudini sono qui, e ho trovato persone a cui affezionarmi anche a queste latitudini.
Senza per questo dimenticare tutti gli infiniti fili che mi legano all’Italia.
Passeggiando lungo il Malecon le onde urtano forte contro la diga,
scavalcano la barriera naturale, invadano la strada.
Portano con loro la forza e l’odore dell’oceano…
Passeggiando di notte sul lungomare riflettevo sul testo della canzone di Raf.
La lontananza in fondo è davvero come il mare.
Impossibile da descrivere, raccontare, suddividere.
Inutile varcare, ci impone di aspettare…
E io aspetto con piacere,
mentre faccio mie le esperienze che vivo da vicino...

28.11.06

I luoghi che non sai

Ci sono luoghi in qui si va per il piacere di andare.
Ci sono luoghi che catturano l’attenzione quando hai la fortuna di sfiorarli.
E poi ci sono luoghi che ti rimangono nel cuore per un motivo che non sai spiegare…
Via Margutta a Roma, un’ora prima del tramonto, mentre gli artisti ripongono con calma le loro opere nelle botteghe, e mentre la capitale prende quei colori che la rendono bella da impazzire…
La baia di Chia, mentre nel cielo c’è un eclissi di Sole, e un ragazzo sente di avere il mondo tra le mani…
Favignana con il sole a picco, mentre pedalo correndo, e dopo l’ultima curva mi aspetta un mare che non puoi raccontare…
Una cima sulle Dolomiti, ore 8.00 del mattino, primo a salirci, bianco dappertutto, senza fine, piste ancora da solcare…
Palmarola da sempre, mentre ho l’aria nei polmoni, 5 metri di roccia sopra la testa, e all’improvviso nell’acqua entra la luce per mostrare la via cobalto che riporta in superficie…
Sabato un luogo ha deciso di chiamare me mentre gli passavo accanto.
Forse offeso dal poco interesse che gli avevo fornito nei miei giri in centro, chissà…
Sta di fatto che ha deciso di “chiamarmi” in un modo molto originale.
Il luogo di cui vi parlo oggi è la basilica di San Francesco di Assisi qui a L’Havana. La capitale di Cuba ha ovviamente molti luoghi religiosi, in quanto a partire dalla conquista e fino alla fine del ‘800 è stata la colonia della corona spagnola, serva (fin troppo fedele purtroppo…) della madre Chiesa.
Mentre passavo con amici vicino all’ingresso della basilica abbiamo sentito la musica di un pianoforte provenire dal di dentro. Abbiamo chiesto alla signorina all’ingresso se era possibile entrare. Come spesso accade facendo una “pregunta” ad un cubano, la risposta è stata un sorriso e un cenno di assenso con la testa…
Al posto dell’altare c’era un piano.
Al posto del sacerdote un musicista.
Al posto dei canti gregoriani un repertorio di jazz e musica classica.
Molti potrebbero osservare, guardando la foto, che l’unico elemento in contrasto con lo scenario è il Cristo appeso sulla sua croce.
E invece l’ho trovato perfettamente al suo posto! Anche perché, per chi crede, Dio è opportuno in ogni dove. E per una volta, invece che stare tra incenso, formule rituali e “peccatori”, è stato in compagnia della buona musica e delle persone che erano li per goderne un pò.
I luoghi di culto possono essere utili anche a questo, non ci vedo proprio niente di male.
Era da tanto tempo che non entravo in una chiesa provando qualche emozione positiva.
Il mio spirito un po’ idealista mi fa credere che non tutto nella vita è casuale. E aver ritrovato il piacere di passare un po’ di tempo seduto in mezzo a un assemblea, nella chiesa in un paese che si professa ateo come Cuba, ha il suo tocco di originalità...
Nulla di voluto o predeterminato. E’ stata però una bella esperienza, in cui ho potuto apprezzare ancora una volta l’amore dei cubani per la musica. Perché la musica deve poter risuonare con piacere in qualsiasi luogo: dai locali alle case, dalle piazze sin dentro le chiese.
Ci sono luoghi che cerchi da sempre,
ci sono luoghi dove si torna sempre volentieri…
ci sono luoghi in cui si sogna di andare…
ci sono luoghi che sfiori da una vita senza saperli apprezzare…
e ci sono luoghi, che se ci credi, ti vengono a cercare…

24.11.06

Sorrisi cubani!

Jany, Alejandro, Lia, Jorge, Alberto, Noslen...
Questi i nomi di alcune belle persone che ho conosciuto qui a L'Havana.
E oggi meritano sicuramente un pensiero da parte mia.
Ieri è stata un’occasione speciale anche in ufficio, visto che era il mio compleanno.
Ed i miei amici cubani non hanno perso l’occasione per dimostrare la loro ospitalità.
Hanno organizzato dal nulla un simpatico momento di festa in ufficio, con tanto di torta regalatami per cantare “Felicidad” (una specie di “Tanti auguri a te” caraibica).
Come coltello abbiamo utilizzato un righello… come piatti di carta alcuni fogli A4… al posto della forchetta e coltello le mani… al posto delle candeline un foglio di carta arrotolato e acceso sulla torta…
L’arte dell’arrangiarsi può fare a volte miracoli!
Inserisco una comunicazione di servizio: per quanto possibile proverò sempre a rispondere ai vostri commenti inserendo io stesso un commento di chiusura nei post precedenti: per chi vuole può quindi andare a curiosare.
Ora vi parlo un pò delle persone che sto conoscendo:
Jany è una ragazza eclettica, “caciarona”, dal carattere deciso e intraprendente.
Il capo femminile del gruppo, senza alcun dubbio!
Alejandro è il mio alter-ego cubano! E’ il collega che dovrà “sopportarmi” di più, perché dovrà collaborare costantemente con me fin quando sarò a Cuba.
Laureato in ingegneria delle telecomunicazioni qui a L’Havana.
Organizzatore delle serate con i suoi amici.
Gli piace “tirare” fino a tardi, ballare e anche cantare con il karaoke se capita.
Praticamente il mio gemello cubano!
Vabbè è molto più carino di me, ma questo è un dettaglio :-)
Lia è molto dolce, le piace ballare, sprizza energia positiva da tutti i pori.
La maggioranza dei miei colleghi sono ragazzi giovani e questo rende sicuramente positivo l’ambiente di lavoro. Non è che si faccia festa tutti i giorni.
Ogni tanto (giuro!) lavoriamo anche... o ci proviamo…
Il mio pensiero di oggi è dedicato all’amicizia.
Italia, Cuba, Corea, Mali, Finlandia…
(in effetti non sarebbe affatto male diventare amico di qualche “affettuosa” finnica… scherzo ovviamente! Donne che leggete non fate che vi offendete e cominciate a bombardare il mio blog di messaggi femministi!...)
Ovunque si incontrino persone amichevoli si ha un motivo in più per sentirsi a casa.
Un brindisi quindi all’amicizia, ovunque la si incontri!
Ciao.
Io.

22.11.06

I’m 31 years old today… And you ???
















Ebbene si. Oggi è il mio compleanno.
E per il secondo anno consecutivo lo passo dall’altra parte dell’oceano, lontano dalla mia Italia.
No, non cominciate ad offendermi! Non mi sto affatto lamentando, tutt’altro :-)
L’anno scorso ho festeggiato a Rio de Janeiro, quest’anno a L’Havana.
Chissà, il prossimo anno potrei festeggiarlo a Timbuctu o a Samarcanda…
Oppure faccio davvero l’originale e ci vediamo tutti quanti insieme il 22 Novembre 2007 alla “Spada e Corona” al centro di Nettuno (nb: battuta poco comprensibile ai più… diciamo che si tratta di un pub in cui sarò stato con i miei amici per almeno 1.789.456.123 volte…).
Oggi L’Havana è stata generosa: per il mio compleanno è tornata calda e assolata.
E stasera ho deciso di festeggiare portando i miei amici cubani in un piccolo ristorante italiano, già opportunamente testato la scorsa settimana. Un vero e proprio scambio culturale culinario!
Già sento nelle orecchie Alessia, Gabriele o qualcun altro dei miei amici che urlano: “Discorso!Discorso!Discorso!…”.
Vabbè, provo a fare il serio (vi avviso non ci riuscirò!) e vi lascio un pensiero:
Non so se 31 anni siano tanti, pochi, troppi.
Molte persone pensano che la felicità sia nel raggiungere determinati obiettivi prefissati nella vita. Comprarsi una casa, sposarsi, avere dei figli, attivare una pensione integrativa … :-)
Se è cosi io sono lontanissimo dal raggiungere la felicità!
Con questo non voglio essere ipocrita e dire che ho raggiunto un mio equilibrio o la completa felicità. Tutt’altro, non è affatto cosi!
Sono ad esempio single impenitente oramai da tempo.
E sono un classico single per scelta… scelta ovviamente delle donne con cui ci ho provato senza avere successo!! :-)
L’amore è un aspetto molto importante che attualmente manca nella mia vita.
Essere felici è del resto una questione complessa, che dipende da momenti, sensazioni, aspettative.
Tanti fattori che si sommano tra loro
A 31 anni io sono ancora in viaggio: pochi punti fermi, pochissima voglia di essere classificato in un ruolo, in una posizione sociale, in una villetta a schiera alla modica cifra di 527.000 euro…
La chiamano sindrome di Peter Pan.
Coloro i quali vogliono rimanere perennemente bambini. Probabilmente ne soffro anch’io, non mi tiro indietro!
Ma chi l’ha detto che essere idealisti, un po’ bambini, anarchici, al di fuori dell’ordine costituito sia un difetto cosi grande?
Chi l’ha detto che i “buoni” sono coloro che si comprano una casa con 40 anni di mutuo e i “cattivi” sono quelli che alla banca rispondono
“Ma vai a cagare tu, il tuo mutuo da usuraio e tutto questo sistema del cavolo??”.
Ne buoni ne cattivi. Ognuno sceglie la strada che più si adatta al proprio carattere.
Le persone più interessanti che conosco sono quelle che non sanno chi sono.
Ne tantomeno hanno tutto questo interesse a scoprirlo veramente!
Cio che voglio dalla mia vita, quello che voglio veramente, è continuare ad essere curioso, allegro e libero di essere come voglio.
Ma soprattutto continuare ad avere intorno tante persone a cui voler bene.Non mi sembra affatto poco! :-)

21.11.06

La Neve se ne frega...


... se ne frega del tempo che scorre,
dei destini che si incrociano, delle cose che accadono.
La neve, quando scende, scende e basta.
Lentamente forse.
O forse spinta dal vento.
Ma di tutto il resto se ne frega...
No, non sta nevicando qui a Cuba!
Questa si che sarebbe una notizia assurda.
Qui non nevicherà ancora per molti altri secoli...
Questi ultimi tre giorni a L'Havana il tempo è stato però molto invernale.
Nubi, vento forte, piogge notturne.
E in una pausa oziosa ho divorato il finale del libro del Liga.
"La Neve se ne frega" il titolo.
Dopo solo 50 pagine avevo già deciso di inserirlo d'istinto nella lista dei miei libri preferiti.
È stato un bel leggere.
Bello davvero.
Perché quando una lettura ti porta lontano, fino a sentire la neve sulla pelle mentre sei ai Caraibi, vuol dire che è stato un bel “viaggiare”.
Grazie a Silvia per il consiglio prezioso.
Prezioso come sempre del resto.
Come scorre il tempo intorno a noi?
E quanto apprezziamo fino in fondo le libertà, le possibilità, le emozioni forti che questo grande viaggio che chiamiamo vita ci mette a disposizione?
Cosa vuol dire essere felici?
Non ho risposte ovviamente.
Si tratta di domande che mi ha regalato questo libro.
Da sempre penso che un buon inizio per avere delle risposte è porsi le domande giuste.
Tutto questo non c'entra assolutamente niente con Cuba...
O forse c'entra tantissimo.
Non chiedetelo ne a me, ne tantomeno alla neve...
Di ciò che mi viene voglia di scrivere ce ne freghiamo sio io, sia lei...

19.11.06

Cuba cos'è ?


Meglio la caricatura dell’originale, dite la verità!
No, ci ripenso subito!
Non ditemela: potrei rimanerci male! :-)
Il “dipinto” in foto lo ha composto in trenta secondi un aspirante pittore cubano in Plaza de le Arms, mentre io osservavo con la faccia un pò ebete le bancarelle del centro.
In fondo è proprio un’immagine simpatica, e meritava la pubblicazione!
La scorsa notte L’Havana è stata sommersa da un classico temporale tropicale. L’acquazzone è caduto giù con forza. Questa mattina la città si è risvegliata con colori grigi. L’inverno si fà vedere come giusto anche da queste parti.
Niente a che vedere però con le temperature europee ovviamente :-)
E spero presto torni il sole per poter fare qualche escursione balneare.
In questi giorni sono arrivati a visitare questo blog persone che non conosco direttamente, grazie al sito http://www.cubanite.com/. Si tratta di un sito storico sulla vita a Cuba: racconta infatti un’esperienza addirittura pluriennale di un italiano che vive qui a L’Havana.
Per le strane coincidenze della vita si chiama anche lui Marco. Siamo entrati in contatto grazie al suo blog. Presto penso troveremo anche l’occasione di incontrarci per le strade di questa città per scambiarci un saluto dal vivo. La sua famiglia è veramente all’avanguardia con la tecnologia: il piccolo di casa ha un suo blog da quando è nato!! Lo scrive ovviamente il papà, ma le foto del piccolo erede sono le protagoniste assolute. Da non perdere.
Per accontentare la curiosità (tutta femminile come ammette anche lei!) di Gaja e degli altri nuovi visitatori, senza voler però annoiare chi già conosce il preambolo di questa mia avventura, ho inserito un commento con un po’ di informazioni nel post di ieri. Vincendo la pigrizia ho anche provveduto ad inserire qualche info su di me nel mio profilo. Chi vuole può quindi sbirciare.
Dopo le dovute comunicazioni di servizio mi interessa riflettere su un commento lasciato ieri da “anonimo contadino cubano”. In sintesi il commento muove alcune critiche su questa mania dei blog che celebrano le meraviglie di Cuba, ma che forze nascondono il più reale desiderio di nutrire il proprio ego.
Ammetto senza ipocrisie che la critica ha sicuramente le sue verità! In fondo chi, come me, crea un blog per parlare di se stesso e della propria esperienza, ha qualche conto aperto con l’egocentrismo!
Ed è cosi anche per me. Il motivo profondo che mi ha spinto a creare questo blog è stato però un altro: il desiderio fortissimo di poter trovare un modo semplice di comunicare con tutti i miei amici che ho lasciato in Italia. Non voglio metterla sul patetico, giuro! Però penso che l’amicizia è un sentimento che va coltivato. E quando parti per andare dall’altra parte dell’oceano è sicuramente utile trovare un mezzo per potersi sentire tutti insieme. Il telefono consente di parlare con una sola persona. Questo blog (come ogni altro ovviamente) rappresenta invece una piazza dove potersi incontrare attraverso uno schermo e alcune parole.
Un altro aspetto importante ha sottolineato l’anonimo contadino. Tutte queste osservazioni inserite su un blog e chissà poi quale contatto umano reale e vero c’è con i cubani del luogo. Anche qui sottolinea un pericolo vero delle nuove tecnologie: tante belle parole, il Malecon di qua, e quanto è bella L’Havana, e quanto è fica la musica, i luoghi, etc.. etc… etc.. e poi casomai non ci si degna neanche di salutare il cubano che ti passa accanto.
Il rischio c’è, è verissimo! E va combattuto.
Io, nel mio piccolo, ci provo. Se ci riuscirò pienamente non lo so.
Ma ci provo: ho creato un buon rapporto con i colleghi cubani.
Questa sera poi sono stato a cena a casa di una famiglia cubana, con cui sono entrato in contatto grazie alla mia amica Cecia (ps: sei un angelo!). Sono stato molto bene con loro, si sono dimostrate persone gentilissime, è stato come essere a casa propria.
Ovvio: io, come qualsiasi altro europeo, vivo Cuba da privilegiato. Vivo in albergo, nel quartiere borghese e benestante della città, tra consolati, ambasciate e ville dei ricchi cubani (ho scoperto qui sul posto che anche nel socialismo cubano esistono i ricchi…).
Ho in tasca la moneta forte del luogo, mi sposto in taxi. Se e quando voglio entro in un ristorante e mangio ciò che mi pare. Per tutta questa serie di motivi la mia sarà sempre un visione parziale della realtà del posto. Ma non è mai stata mia intenzione scrivere su queste pagine per mostrare al mondo cosa è veramente Cuba! Forse non lo sa bene neanche chi ci vive da tanto.
Non ho mai avuto la presunzione di volerlo descrivere io.
Scrivo su queste pagine per condividere con i miei amici, e con chi avrà la voglia di “leggermi”, la mia esperienza. Tutto qui. Banale se volete, ma semplicissimo.
Mi sa che pure questa volta ho esagerato con la lunghezza!
Prometto che cercherò di essere sempre più sintetico!
Ho tante cose da raccontarvi, me le tengo per le prossime occasioni!
PS: ma lo sguardo da ebete della caricatura lo “tengo” veramente??? … :-)

18.11.06

Vicini o lontani?


E' ancora il Malecon protagonista delle immagini di questo blog.
Questa volta sotto forma d’arte. L'arte di Felix Gonzalez.
Mi piace questo luogo de L'Havana.
Per il semplice fatto che tutto sembra andare verso il Malecon.
L'oceano sbatte contro di esso.
I cittadini de L'Havana sono catturati su di esso in diverse ore del giorno, con dinamiche tra loro differenti.
Alla fine tutti passano di qui!
O questa almeno è l'impressione che ho.
Approfitto per ringraziare tutti voi che avete lasciato un segnale da queste parti, su questo "lungo-mare" virtuale dove si incontrano le mie riflessioni e i vostri saluti!
La dolce "maestrina” e il buon "sindaco" di Anzio, Veronica e il Prof, l’amata Blondie, i mitici Bubbi, Silvietta, Dona&Andrea con le due piccole di casa!
E ovviamente i miei colleghi romani Frank, CZ e Biagio, Stefy da Milano, "Margherita" Zendal e quello sciroccato del Poly! E tutti gli altri che passeranno di qui :-))

Oggi è successa una cosa strana che voglio raccontarvi. Ero in ufficio con i miei colleghi cubani, subito dopo pranzo.
Prima o poi vi parlerò del pranzo cubano, perché merita un post a parte!
Tutto il mondo è paese: subito dopo pranzo parte la mezz’ora di cazzeggio!
Pochissima voglia di riprendere il lavoro ovviamente.
Nel mio scarso spagnolo ho parlato con loro di musica. Per capire i loro gusti, le loro preferenze. Ad un certo punto Dailmi (la collega che lavora nel mio ufficio) mi ha detto che doveva farmi assolutamente sentire una canzone del suo cantante preferito…
Quanti sono i cantanti nel mondo? E quante le canzoni incise nel corso della nostra generazione?
Fatto stà che la canzone che lei voleva farmi sentire a tutti i costi è una delle canzoni che amo di più del cantante che più ascolto!!
Incredibile, non trovate?
La canzone è “Iperbole”. Il cantante è Raf.
Dailmi ha scoperto per caso, grazie al suo fidanzato, “questo” cantante italiano. E adora le sue canzoni. Che canta in italiano senza saperlo parlare. Le ha tradotte, sa cosa vogliono dire. Ma le canta come facesse l’imitazione di Natalia Estrada!
Non voleva credere fosse un cantante che amo anch’io.
Al che le ho chiesto semplicemente di aprire il lettore cd del mio portatile…
Dentro ha trovato l’originale dell’ultimo cd di Raf! Cd che Dailmi ha ovviamente masterizzato immediatamente, quasi avesse paura sparisse all’improvviso.
La vita ci insegna a volte insegnamenti grandiosi passando per eventi quasi banali.
Il socialismo di Cuba, il capitalismo europeo.
Avere niente. Avere troppo.
Caldo tropicale. Il freddo in Italia.
Culture, luoghi, modelli, aspettative completamente differenti...
E invece ti ritrovi a cantare ed amare le stesse canzoni a milioni di chilometri di distanza. La musica in tal senso è davvero la madre di tutte le lingue.
Ovvio che il resto del pomeriggio io e Dailmi abbiamo stressato il resto dei poveri colleghi in ufficio ascoltando e cantando le canzoni di Raf!!
Il povero Alejandro, seduto vicino a me, Lunedì farà sparire sicuramente tutte le casse audio! :-)

16.11.06

Yo soy...


"Yo soy un hombre sincero
De donde crece la palma
Y antes de morirme quiero
Echar mis versos del alma"

Serata rilassante.
Musica cubana di sottofondo.
Perchè la musica ha sempre il suo posto d'onore a Cuba.
Qui a L'Havana si è alzato un pò il vento ed è spuntata qualche nube minacciosa.
Ma il tempo scorre comunque con calma.
Molta calma.
Tantissima calma... :-)

Hasta al luego

15.11.06

Il Re. Semplicemente il Re


Non potevo non parlarne. Lo so: questo è un blog dedicato alla vita di Cuba. Ma come ogni blog l'unico vero padrone è lo scrittore che lo crea giorno dopo giorno :-)
E poi approfitto per dare un taglio anche meno "ecumenico" e "divulgativo"!
Non vorrei che il mio blog diventasse insomma troppo serioso.
Obbligatorio quindi dedicare almento un post al Re di Roma...
"Non tira più. Non corre più. Non segna più. Non ci diverte più. E bla...bla...bla...".
Questo ritornello abbiamo sentito per mesi sul capitano della mia Roma. Tutti sembravano aver dimenticato l'infortunio, la placca di quasi 3 Kg nella gamba, i necessari tempi di recupero.
La notte di Milano è la risposta a tutti i critici del più grande giocatore che abbia indossato la maglia giallorossa! Si, perchè come continuità, vittorie, classe, genio, facilità di calcio Totti è in cima alla lista. Conti, Falcao, Amadei, Bernardini sono un passo indietro.
Due goal a Milano e tutti zitti! Finti tifosi giallorossi e falsi profeti. Giornalisti da strapazzo e falsi esperti di calcio. Un goal di tecnica (la semirovesciata), uno in velocità (il secondo) e il palo della porta di San Siro che ancora trema dopo il tiro potente del capitano.
Classe, velocità, potenza.
Quando Totti non indosserà più gli scarpini, anche gli "infedeli" capiranno cosa è stato per la storia della As Roma e del gioco del calcio. Io spero quel giorno arrivi il più tardi possibile.
Perchè una volta ancora, per l'ennesima occasione, Totti ha dimostrato di essere il Re...
Semplicemente il Re...

12.11.06

El Ron al Malecon...


Non è un gioco di parole! Ne una rima da strapazzo :-)
“El Ron” è il nome cubano del rhum, l’alcolico che rappresenta, insieme ai sigari, l’orgoglio della produzione artigianale cubana.
El Malecon è invece il luogo d’incontro storico della popolazione de L’Havana (lo vedete in foto).
Come gli italici “ragazzi del muretto”, la gioventù della capitale cubana si incontra spesso sul lungomare. Il Malecon è una passeggiata di 7 km che costeggia il mare. Il percorso pedonale domina una gigantisca diga che protegge la città dalle onde dell’oceano…
Nelle stagioni di pioggia e di mal tempo capita che l’oceano scarichi la sua potenza sulla costa, alzando spruzzi altissimi su tutto el Malecon.
7 Km di passeggiata che si trasformano il weekend in 7 km di giovani che parlano, suonano, cantano, si divertono tra loro. In pratica un borghetto nettunese al cubo! :-)
Questa sera i miei colleghi cubani sono stati grandiosi: mi conoscono da 4 giorni e mi hanno invitato a passare la serata con loro per festeggiare il compleanno di un loro amico.
Tante le cose che mi hanno colpito questa sera. E vale la pena di raccontarne qualcuna.
Il salario medio di un cubano è di 30 dollari al mese (!!). A Cuba ci sono due monete in vigore: una per gli stranieri agganciata al valore del dollaro. L’altra, quella per i cubani, dal valore ridicolo.
Ho insistito per partecipare (almeno partecipare!) all’acquisto del mangiare, del bere, della torta per il festeggiato. Ma non c’è stato niente da fare. La festa era organizzata da loro, io sono stato un ospite, hanno pagato tutto loro.
Quando sono rientrato in albergo mi sono sentito quasi in colpa.
Ma questi ragazzi cubani sono orgogliosi. E non sentono il bisogno di usare il denaro non loro. Questo gli fa davvero onore.
Per festeggiare hanno scelto il modo più semplice del mondo: hanno comprato un po’ di cose al supermarket, e ci siamo seduti sul lungomare per consumarle insieme.
Senza farsi troppe pippe mentali (come spesso facciamo noi!) su quale locale scegliere.
Ciò detto non pensate che siano persone tristi: tutt’altro! Abbiamo passato una bellissima serata. Ho anche insegnato (nel mio pessimo spagnolo!) i giochi che facciamo abitualmente tra noi nel gruppo di Anzio. I classici giochi che si fanno facendo pagare chi sbaglia con una bella bevuta. Il protagonista è stato ovviamente il rhum!
Jump, superjump, overtrip…etc… Dopo 10 minuti un paio delle ragazze erano già partite con la risatela acuta da allegria alcolica!
All’andata e al ritorno mi hanno portato con loro nei loro taxi…
Perché anche i taxi sono diversi tra stranieri e non…
Quelli loro sono davvero fantastici! Perché sono auto vecchissime che funzionano in realtà da bus… sopra ci si sale fino a 7-8 persone (perché sono modificati con più sedili!) e la corsa costa a testa 0.10 euro.
Ho attraversato i loro quartieri popolari mentre il tassista ascoltava musica a palla.
Un’esperienza davvero caratteristica: caotica ma davvero piacevole.
Questa sera sono contento perchè ho conosciuto un po’ meglio i miei amici cubani!

10.11.06

La Habana Vieja


La potenza del cinema è a volte travolgente.
Perché ti consente di intuire atmosfere, passioni, energie di luoghi lontani semplicemente vedendo un gran film.
Non sono mai stato ad esempio a New York.
Ma non posso che pensarla, immaginarla, fantasticarla con gli stessi occhi con cui la dipinge da oltre 30 anni Woody Allen!
Allo stesso modo c’è un film che regala a chiunque lo vede l’immagine di Cuba.
L’Havana è “Buena Vista Social Club”.
E “Buena Vista Social Club” è l’Havana!
Senza alcun dubbio!
Grazie quindi a Wim Wenders.
E Grazie a Stefano, che mi ha messo un cd nella valigia per colmare la mia “ignoranza” :-)
Stasera 10 Novembre ho cenato al centro de L’Havana scoprendo un luogo fantastico!
Musica e ritmo di sottofondo ad ogni angolo della strada.
Proprio come la colonna sonora di un gran film: senza eccessi, senza volume stratosferico...
Musica che risuona nella città senza soffocarla.
Gente cordiale, sorrisi, saluti.
Una signora anziana seduta fuori casa a fumarsi un buon sigaro.
Uno spettacolo di flamenco in un locale in centro.
Ma ciò che più mi ha colpito, in assoluto, sono i colori della città vecchia notturna!
L’Havana è una città molto grande, divisa in molti quartieri. Il centro storico di L’Havana si chiama La Habana Vieja (La vecchia Havana). Ed è (caso raro nel mondo) un centro storico dichiarato in toto patrimonio dell’umanità.
Le luci artificiali al centro de L’Havana (e ancora più nel resto della città!) sono ridotte al minimo indispensabile.
Sarà colpa dell’embargo, sarà che Fidel ha deciso di risparmiare su ogni cosa, non so…
Ma vi assicuro che l’effetto notturno della capitale cubana è grandioso!
L’architettura in stile coloniale domina tutto il centro città: da Plaza Vieja con gli edifici sgarrupati a Plaza de Armas, con il pavimento in legno, costruito cosi appositamente per far meno rumore al passaggio delle carrozze…
La prima notte a “La Habana Vieja” è un’esperienza da vivere.
Un vero e proprio viaggio nel tempo...

8.11.06

The Terminal...



Ero partito con l’intenzione di entrare nel fantastico mondo di “Buena Vista Social Club”…e invece mi sono trasformato nel protagonista di “The Terminal” !!
Viaggio interminabile! Vado ad elencare gli eventi…
Un giorno intero di ritardo sulla partenza, sono rimasto ospite nell’hotel all’interno dell’Aeroporto di Fiumicino…
Partenza quindi rinviata al 6 novembre ore 13.00…
anzi no ore 15.00 per ritardi dovuti alle nuove procedure aeroportuali…
In volo il capitano ci avvisa che dovremo eseguire uno scalo tecnico ad Alifax (Canada!!!) per caricare gasolio. Infatti il vettore reso disponibile dalla compagnia cubana era più piccolo di quello utilizzato abitualmente. Gli USA (dopo l’11 Settembre) hanno del resto reso praticamente impossibili gli atterraggi per scali tecnici…
Ad Alifax però non è stato possibile atterrare per la presenza di una tempesta di neve…
Atterriamo quindi in un altro aeroporto canadese (Ganzen, o qualcosa del genere…): un posto dimenticato da Dio in mezzo alle foreste canadesi…
Si riparte e finalmente, dopo 13 ore totali di volo, sono arrivato a L’Havana, ore 22.00 locali…
Lo scalo, nonostante l’ora, è colmo fino all’orlo di gente! Quantomeno un po’ di colore e piacevole caos.
Prendo il taxi dopo le pratiche in dogana, ma a quanto pare non è il mio viaggio fortunato!!
A metà strada il mio taxi viene bloccato dalla polizia per un controllo di routine… che dura una buona mezz’ora…
Arrivo finalmente in hotel ore 24.00 e svengo in camera dopo 6 secondi netti!!
Insomma, l’inizio è stato davvero fantozziano.
Ho passato il primo giorno di lavoro a chiedermi dove mi trovassi!
Stò provando ad utilizzare il mio spagnolo da turista. Risultati per ora appena sufficienti.
Aspetti positivi: la buona ospitalità dei colleghi cubani, il caldo estivo!, la fantastica piscina dell’albergo, la vista sul mare dalla mia camera J
Per le primi impressioni della vita cubana dovrò aspettare di vincere il jat-lag… Vi scrivo dalla mia camera alla 7.00 del mattino, già sveglissimo…
Hola!