Sospesi sull'oceano...
C’è una strada persa nell’oceano che collega la Isla Grande a una piccola isola verde, selvaggia, a mio modo di vedere incredibilmente affascinante: Cayo Santa Maria.Il week-end appena trascorso ho deciso di percorrere questa strada sospesa che attraversa il mare.Come era prevedibile per uscire da L’Havana sono riuscito a compiere un percorso differente rispetto alle altre partenze… A questo punto cercherò di mantenere il record: ogni volta farò una strada nuova!L’Havana-Santa Clara in autostrada, 270 km tra palme, vegetazione e il nulla più assoluto. L’auto ha bevuto gasolina come non mai e abbiamo rischiato per un attimo di rimanere a secco. Per fortuna abbiamo trovato l’aiuto di alcuni cubani per trovare un benzinaio disperso uscendo per un attimo dall’autostrada.Autostrada: ma perché poi continuo a chiamarla cosi??L’ “Autopista Nacional” è al massimo una provinciale a 4 corsie, dove si fanno degli incontri incredibili: venditori di cipolle, platani, frutta, verdure, che espongono la loro merce lungo la corsia di sorpasso (si, avete capito bene, neanche sulla corsia di emergenza, ma su quella di sorpasso!!).Intere comunità di autostoppisti raccolti sotto i ponti in attesa di un passaggio verso la loro meta.Bimbi in bicicletta che attraversano come se fossero al parco-giochi… e poi carri bestiame, sidecar scassati, cavalli… non si può in effetti raccontare; da vedere per crederci!A pochi chilometri da Caibarien, nella provincia di Villa Clara, inizia una strada persa nell’oceano che conduce a Cayo Santa Maria.Si tratta di 50 km di strada davvero particolare: si percorre infatti circondati a tutto tondo dal mare! Dopo aver percorso i primi chilometri ci si ritrova in una scenario inconsueto: mare a destra… mare a sinistra… nessun riferimento. Solo la strada sospesa sull’oceano.Ho provato a fare delle foto che rendessero l’atmosfera: ma è ovviamente impossibile.45 ponti consentono lo scorrimento delle acque e della fauna marina.La strada si poggia in pratica su una sequenza di piccoli isolotti, che alternati a ponti e lingue di terra costruite appositamente, fa raggiungere Cayo Santa Maria in auto: un prodigio anche dal punto di vista ingegneristico.L’isola ha in se tutti i sogni dei tropici: mare cristallino, barriera corallina, atmosfera selvaggia.Come mia abitudine non ho prenotato assolutamente nulla.Arrivato sul posto sono prima andato alla scoperta dei resort di lusso … come mi aspettavo mi è venuto solo da sorridere.Costo di una camera per una notte per tre persone: 320 dollari!... Struttura tipica da villaggio turistico: tutto lindo e fintamente allegro… si sentiva nell’area la classica atmosfera da disney-world… Sapendo già che non mi sarei mai fermato, ho comunque chiesto alla reception di visionare la camera e la struttura. Mi hanno fatto salire su una tipica macchina da campo da golf per fare un bel tour nel mondo fatato e di plastica del resort… campi da tennis, palestra, acqua-gym, ristorante italiano, ristorante di lusso, discoteca… e poi il cuore della struttura con la sua immensa piscina…Tutte queste cose e neanche l’indizio dell’accesso sulla spiaggia… che infatti non era disponibile.Ora consentitemi una riflessione: ma per quale diavolo di motivo uno dovrebbe venire su un isola selvaggia per farsi il bagno in piscina????????????E invece la piscina era piena di europei e americani soddisfatti della loro scelta…Sarà anche vero che il mondo è bello perché è vario, ma a volte rimango davvero senza parole.Stà di fatto che abbiamo trovato una sistemazione spettacolare in una struttura particolare e suggestiva. Con soli 30 dollari a testa abbiamo affittato una “cabana” a pochi metri dalla spiaggia, all’interno di una struttura incastonata nella vegetazione lussureggiante.Le “cabane” dominano il mare da una scogliera, il bar e il ristorante della struttura si affacciano sull’oceano, e a pochi passi si trova una fantastica spiaggia a mezzaluna bianca...
Insomma i tropici allo stato puro. Nella foto mia sorella Valeria di fronte al mare dell'isola. Il tuffo in mare è stato fantastico e ha ripagato pienamente tutta la fatica del viaggio!Lungo di ritorno verso L’Havana ci siamo fermati al mausoleo del Che a Santa Clara per un visita.
Ma il Che merita uno spazio tutto suo, una riflessione personale ed intensa su cosa rappresentano ancora le sue idee per questa terra e per tutto il Sud America a circa 40 anni dalla sua scomparsa…