Week-end in viaggio nell’Ovest di Cuba.
Due giorni bellissimi alla scoperta della provincia dell’Isla Grande.
Lasciando L’Havana alle proprie spalle si compie d’un tratto un viaggio nel tempo che sorprende già dai primi km: lungo la strada (difficile definirla tale in realtà!) tante persone a chiedere un passaggio verso le loro destinazioni.
Ma anche tanti animali, tanta vegetazione, tanti colori differenti da quelli della città.
Assenti quasi completamente le indicazioni stradali, e tra le mani mappe incomplete che non corrispondono al territorio.
Insomma viaggiare in auto per Cuba è davvero un’impresa da esploratori!
In questi casi, il modo migliore per viaggiare, è lasciarsi guidare da chi il territorio lo conosce veramente, ovvero chi lo vive tutti i giorni.
Insieme ai miei due compagni di viaggio (Danilo e Gianluca) abbiamo quindi trasformato spesso la nostra auto in un “taxi del popolo”, dando passaggi alle varie persone incontrate lungo il nostro percorso.
La prima tappa, sabato, è stata la valle di Vinales: campi di tabacco, verde ovunque, paesaggi tipici tropicali, fatti di vegetazione, grandi spazi e relax.
Abbiamo visitato le piantagioni di tabacco grazie alla guida di un contadino locale, con cui ci siamo fermati a bere uno spettacolare “refresco” preparato con il pompelmo e il succo estratto dalla canna da zucchero: buonissimo!
I problemi sono però arrivato la sera: Gianluca aveva dimenticato di portare con se il passaporto.
E a Cuba, soprattutto nelle province sperdute, è difficile ottenere un posto letto in albergo o nelle “case particulares” (case dei locali adibite ad ospitare turisti, una sorta di Bed & Breakfast).
I cubani assegnatari delle case rischiano addirittura 1500 euro di multa e il ritiro a vita della licenza di ospitalità degli stranieri! …
Siamo riusciti a cavarcela trovando una signora molto disponibile.
Devo essere sincero: penso che la signora abbia preferito rischiarsela perché non voleva farsi scappare il guadagno; la sua casa era un pò distante dal centro cittadino di Vinales e l’occasione di ospitare tre turisti era evidentemente molto ghiotta; per tutta la nostra permanenza la padrona di casa è stata molto preoccupata; mi è dispiaciuto aver “approfittato” della sua gentilezza, sapendo quanto lei stava rischiando. L'alternativa era però dormire in auto.
Fortunatamente non è passato alcun controllo…
La sera di Sabato è stato il momento più “sorprendente” del nostro week-end: a Vinales tutti i sabato si svolge una nottata di disco-salsa in un locale all’aperto accanto alla piazza principale.
Siamo entrati e abbiamo iniziato bevendo un po’ di cubate e facendo quattro chiacchiere…
Ben presto però la pista si è riempita di energia coinvolgente e molto, molto sensuale…
Iin pista hanno cominciato a scatenarsi ragazze e ragazzi locali ballando come solo i popoli caraibici sanno fare!
Prima importante riflessione: in Italia troppo spesso la salsa assomiglia molto più ad un esercizio ginnico che ad un ballo...
e guarda come ti faccio stà rueta,
e guarda quante figure conosco,
e guarda come sono fico io e quanto è brava la mia partner…
E che palle! Partono maratone di 12 ore di salsa che rompono davvero le scatole!
In questa esperienza a Vinales invece si alternavano la salsa, la disco, la tribal-house.
E le figure di salsa erano uno strumento usato a volte, non il protagonista del ballo.
In pista tanta sensualità, ma anche ironia, senso del gioco, dell’improvvisazione.
Davvero molto coinvolgente. Nonché anche molto erotico…
Ovvio infatti che la nostra attenzione è andata soprattutto verso le ragazze in pista.
La serata si è surriscaldata molto presto e siamo stati coinvolti in balli dalla carica erotica altissima!
Protagonista assoluto il ballo dell’H …
alla vostra immaginazione lascio il compito di indovinare a cosa corrisponde l’H…
Ovviamente abbiamo ricevuto vari tentativi di “rimorchio” da alcune ragazze del luogo.
Qui però non entro troppo nei dettagli: sono legato con i miei amici ad un vincolo di segretezza a cui abbiamo dato il nome de “Il patto di Vinales”…
Posso solo dire che siamo tornati a casa sulle nostre gambe, un bel po’ allegrotti, intorno alle 3 della notte.
Domenica l’abbiamo invece dedicata al primo vero bagno nell’oceano da quando sono arrivato a Cuba: ci siamo diretti su una strada impossibile verso Cayo Yutias, un isolotto selvaggio con chilometri di spiaggia di sabbia bianca, delimitata da palme, mare opalescente, barriera corallina a pochi centinaia di metri.
Un solo bar e nient’altro (nulla davvero!) in tutta l’isola, collegata alla terra dell’isla grande tramite una “carrettera” circondata dal mare…
Paguri a spasso sul litorale, sole alto… insomma uno spettacolo!!
La foto del post l'ho fatta io stesso sulla spiaggia: sembra una cartolina, vero?
Una riflessione triste però: i cubani non possono accedere su quest’isolotto come in tanti altri luoghi splendidi di Cuba.
E’ come se a noi italiani fosse impedito di sbarcare a Capri o di salire in cima alle Dolomiti.
Una limitazione di libertà del popolo che non trova davvero alcuna giustificazione!
La prima escursione nella Cuba selvaggia è stata davvero una bellissima esperienza.
Spero di poter organizzare presto qualche altra avventura.